Centina Innocenti:
un castello di tubi di acciaio
Uno dei meriti più importanti della storia dell’ingegneria del ‘900 è da attribuirsi non ad un’opera di fama bensì ad una struttura portatile e temporanea. Stiamo parlando di un’invenzione mirabile senza la quale la versatilità del cemento armato sarebbe rimasta inespressa. Furono i due fratelli Innocenti, figli di un fabbro toscano, a vedere il potenziale dentro il fascicolo di illustrazioni di un tipo di morsetto che era stato inventato nei primi anni ’20 da Palmer Jones e commercializzato dall’impresa Scaffolding. Fu Ferdinando a ingegnarsi e i due fratelli depositarono il brevetto di un giunto nel 1934.


Strutture così ardite non si erano mai viste e il passato bellico lasciò spazio alla modernità.
Il ponteggio Innocenti è così pensato: prima di tutto i tubi di ferro che sostituiscono il materiale ligneo; poi i giunti che sono i punti leganti di una maglia di tubi di metallo disposti orizzontalmente e verticalmente.
Era veloce poter costruire l’impalcato di sostegno per la cassaforma che accoglie il getto e molto intuitivo il funzionamento delle morse in quanto Ferdinando aveva capito che anche gli operai del cantiere potevano lavorare meglio se il loro lavoro veniva semplificato. Bastava un operaio, che non soffrisse di vertigini e due chiavi inglesi, nel caso una cadesse, per montare i pezzi. Egli sostituisce il meccanismo della coppia cerniera-bullone con due bulloni-cerniera a T e l’alloggiamento del tubo nell’apertura delle falangi avviene con una rotazione del bullone intorno all’asse della sua testa.
Nei grandi cantieri degli anni ’60 sono gli stessi ingegneri Nervi, Morandi, Zorzi e Musmeci a collaborare con la Innocenti per le messe a punto del ponteggio. In questi infatti era ricorrente l’uso della centina Innocenti che consiste in un castello di tubi di acciaio disposti a ventaglio, leggerissima e solidissima. Essa veniva costruita in circa due settimane e faceva anche molta economia in cantiere perché sostituiva le centine classiche di legno. Usare la centina Innocenti quindi voleva dire tonnellate di legna risparmiata e tagli sui costi di sagomatura dei pezzi e soprattutto nessuno spreco perché il metallo, diversamente dal legno, dopo la scasseratura del getto indurito, veniva reimpiegato infinite volte.
Questo tipo di centine, in virtù della loro leggerezza, erano tranquillamente montate in gole ripidissime dove ogni altro tipo di impalcato sarebbe stato impossibile. Ma ancora non fu sufficiente: un ulteriore taglio al tempo della costruzione lo diede un meccanismo che permetteva a queste centine di traslare anche di decine di metri senza essere smontate!


